"[...] nel periodo romantico della lotta, dello Sturm und Drang popolare, tutto l’interesse si appunta sulle armi più immediate, sui problemi di tattica, in politica e sui minori problemi culturali nel campo filosofico. Ma dal momento in cui un gruppo subalterno diventa realmente autonomo ed egemone suscitando un nuovo tipo di Stato, nasce concretamente l’esigenza di costruire un nuovo ordine intellettuale e morale, cioè un nuovo tipo di società e quindi l’esigenza di elaborare i concetti più universali, le armi ideologiche più raffinate e decisive. [...] Si può così porre la lotta per una cultura superiore autonoma; la parte positiva della lotta che si manifesta in forma negativa e polemica con gli a‑ privativi e gli anti‑ (anticlericalismo, ateismo, ecc.). Si dà una forma moderna e attuale all’umanesimo laico tradizionale che deve essere la base etica del nuovo tipo di Stato." (Antonio Gramsci, Q 11, nota 70)

lunedì 20 aprile 2015

LA CRITICA DI GRAMSCI ALL'AUTOPERFEZIONAMENTO

La critica di Gramsci all’autoperfezionamento e il lavoro esterno come misura della qualità del lavoro interno

Contributo della Commissione Rinascita Gramsci alla discussione dei documenti per il IV° Congresso del Partito dei CARC

Autoperfezionamento è illusione di preservarsi mentre il mondo va a rotoli, per presunte qualità personali che ci distinguono dagli altri e che ci dedichiamo ad affinare. 
Nella Tesi 90 del Terzo Congresso del Partito dei CARC (novembre 2012) diciamo che il processo di “Critica, Autocritica e Trasformazione serve a elevare la qualità della nostra concezione e del nostro metodo di lavoro per condurre la lotta per il socialismo. Non è un processo di autoperfezionamento fine a se stesso. I risultati della CAT si verificano nella pratica, nell’azione concreta dei compagni e degli organismi.” 
Il nuovo PCI scrive. “Ogni compagno e organismo impegnato a compiere la sua riforma morale e intellettuale deve darsi vari obiettivi particolari, in conformità al suo stato e alle sue caratteristiche. Ma la sintesi degli obiettivi che si dà consiste nel rendersi più capace di condurre la Guerra Popolare Rivoluzionaria svolgendo i compiti che il Partito gli assegna. Senza questa sintesi, la riforma morale e intellettuale devia nell’autoperfezionamento: la riforma morale scade nel moralismo (perseguire regole di condotta e valori arbitrariamente elevati ad assoluti perché astraggono dal processo storico a cui il compagno e l’organismo partecipano) e la riforma intellettuale scade in studiare per sapere (accademiae d eclettismo).” (La Voce del nuovo Pci,  n. 48, p. 13)

Questo significa che il miglioramento di ciascuno di noi è un processo collettivo e che si misura nel collettivo. Il collettivo è il partito. Tutto questo è sintetizzato nella seguente formula della Risoluzione n. 2 del IV° Congresso P.CARC (Il lavoro interno del P.CARC e la riforma morale e intellettuale dei comunisti):  
“Il successo del lavoro esterno del Partito dei CARC (P.CARC) è la conferma e la misura della bontà del suo lavoro interno.” 
La formula è articolata nell’affermazione per cui “gli avanzamenti nella riforma morale eintellettuale  di un compagno si misurano sulla base dell’elevazione della sua azione nel lavoro interno ed esterno in funzione del nostro piano d’azione.” 

Riforma morale e intellettuale dei comunisti è trasformazione della loro concezione, mentalità e in una certa misura anche della personalità. La personalità secondo la concezione clericale e secondo la concezione borghese del mondo non è modificabile, mentre secondo la concezione comunista del mondo lo è. Gramsci lo conferma, e indica come la personalità si crea e si modifica:

“Si crea la propria personalità: 
1) dando un indirizzo determinato e concreto ("razionale") al proprio impulso vitale o volontà; 
2) identificando i mezzi che rendono tale volontà concreta e determinata e non arbitraria; 
3) contribuendo a modificare l‘insieme delle condizioni concrete che realizzano questa volontà nella misura dei propri limiti di potenza e nella forma più fruttuosa. 

L‘uomo è da concepire come un blocco storico di elementi puramente individuali e soggettivi e di elementi di massa e oggettivi o materiali coi quali l‘individuo è in rapporto attivo. Trasformare il mondo esterno, i rapporti generali, significa potenziare se stesso, sviluppare se stesso. Che il "miglioramento" etico sia puramente individuale è illusione ed errore: la sintesi degli elementi costitutivi dell‘individualità è "individuale", ma essa non si realizza e sviluppa senza un‘attività verso l‘esterno, modificatrice dei rapporti esterni, da quelli verso la natura a quelli verso gli altri uomini in vari gradi, nelle diverse cerchie sociali in cui si vive, fino al rapporto massimo, che abbraccia tutto il genere umano. Perciò si può dire che l‘uomo è essenzialmente "politico", poiché l‘attività per trasformare e dirigere coscientemente gli altri uomini realizza la sua "umanità", la sua "natura umana". (Quaderno 10, § 48)

lunedì 6 aprile 2015

GRAMSCI E IL RUOLO DEL VATICANO

(di Emanuele Lepore) 

L'iniziativa tenutasi il 21 Marzo a Siena è stato un avvio, qui sul nostro territorio, del dibattito sul ruolo del Vaticano nel nostro Paese e il suo inquadramento nelle dinamiche politiche ed economiche, nella gestione della società in cui viviamo. 
Per farlo il nostro partito sta lavorando per riportare alla luce dopo decenni di revisionismo, il pensiero di Gramsci. Antonio Gramsci è stato il più grande dirigente che il primo movimento comunista nel nostro Paese ha avuto, e i suoi scritti oggi sono di grande utilità nel capire il percorso che dobbiamo intraprendere per fare dell'Italia un nuovo Paese Socialista. Per questo motivo all'interno del nostro Partito abbiamo costituito una commissione, “Rinascita Gramsci” che ne riprende le opere e il pensiero e lo analizza, lo riporta alla luce, per riprendere la costruzione della rivoluzione socialista in Italia e per creare le condizioni per un governo di emergenza, un Governo di Blocco Popolare, tappa fondamentale per la ricostruzione del movimento comunista nel nostro Paese.  
Gramsci è il primo dirigente comunista che ha contribuito a dare una visione più chiara di quello che è il Vaticano: un forza che ha sempre governato il nostro Paese, dapprima in maniera occulta, poi in maniera sempre più palese per chi ha gli strumenti giusti per osservare.
Il dibattito che abbiamo cercato di avviare non è in merito alla fede religiosa, alla spiritualità personale, al credo: quello che viene messo al centro è il ruolo del Vaticano come istituzione politica e finanziaria, come potere dominante oggi che regola e gestisce la società. 
Per dimostrare come questo avviene, abbiamo difficoltà a contare gli esempi, infatti in Italia non c’è campo in cui non sono in gioco importanti interessi della Chiesa e del Vaticano. Il sistema bancario, assicurativo e finanziario (IOR, istituti di credito e assicurativi legati ad esso), il regime fiscale (tutt'oggi paghiamo i danni provocati alla breccia di porta pia, 150 anni fa!), la destinazione della spesa pubblica, la proprietà e l’uso dei suoli (piani regolatori), il patrimonio artistico, il sistema scolastico, sanitario e assistenziale (insegnanti di religione, misericordie e istituti privati gestiti dalla chiesa), il turismo, le comunicazioni, le carriere nella Pubblica Amministrazione, ecc.: sono tutti settori in cui chi formula leggi e regolamenti e chi è addetto al controllo della loro applicazione deve fare attenzione a non ledere gli interessi della Chiesa e deve venire incontro alle sue richieste. Se si aggiungono la ricerca scientifica, la legislazione matrimoniale, il diritto di famiglia e tutto quanto attiene la sfera della sessualità, si incomincia ad avere un’idea della misura in cui la Chiesa condiziona lo Stato. 

Non a caso l'Italia è l'unico Paese dell'Unione Europea che non ha ancora legiferato in merito al matrimonio omosessuale e alle adozioni: portare avanti questo tipo di provvedimento vuol dire per la Chiesa minare uno dei punti cardine della propria dottrina (ovvero la famiglia “naturale” come nucleo fondante della società), attraverso la quale oggi si arroga il diritto di reprimere ogni libertà individuale o diritto civile. 
Allo stesso modo vediamo come è ingerente in tutto il sistema sanitario pubblico: la percentuale altissima di obiettori di coscienza, i continui sabotaggi che vengono tentanti alla legge 194 (conquistata non per merito di un governo giusto, ma per le dure lotte del movimento comunista degli anni 70), l'impoverimento della sanità pubblica e gestione tramite convenzioni alle misericordie di quanto di sanitario il pubblico non gestisce più. Per non parlare, sempre in Toscana, delle centinaia di migliaia di euro dati dalle ASL ai “preti di corsia” mentre agli infermieri bloccano il turn over, non pagano gli straordinari, o ci ritroviamo con centinaia di milioni di euro di buchi.
La Chiesa è il centro politico del nostro Paese e l'ultima conferma l'abbiamo quando venne promossa la discussione dell'eliminazione dell'articolo 18 attraverso il Jobs Act: Monsignor Bagnasco e Papa Bergoglio in prima linea affermarono “che oggi bisogna fare sacrifici necessari aspettando che il peggio passi, e che nessuno può mettere in discussione il governo in quanto sicuramente stanno facendo il possibile per salvare il Paese”. La chiesa esalta il governo solo quando garantisce i suoi interessi di bottega, è quello che diceva Gramsci oltre 70 anni fa! Lo stesso carattere eversivo e antipopolare viene dimostrato in Albania quando dichiara che la povertà nel paese non è stata provocata dalle guerre che i gruppi imperialisti (come il Vaticano, con i suoi interessi in Beretta e Finmeccanica nella produzione ed esportazione di armi) hanno promosso nei balcani, le secessioni, le guerre civili: la colpa, testuali parole, è stata “del regime ateo e comunista”. 
Oggi la figura di Bergoglio viene utilizzata per pulire la faccia ad uno dei centri di potere più forti del mondo, a mascherare ipocritamente le operazioni criminali di saccheggio e spoliazione delle risorse delle masse popolari che fa promuovere ai partiti borghesi che dirige. Difatti la Chiesa governa per interposta persona: oggi il volto in politica del vaticano porta il nome di Renzi. 

Bergoglio è un gesuita. Mai prima d'ora, un gesuita è stato a capo della Chiesa, segno evidente che le cose le stanno sfuggendo di mano. I gesuiti sono un ordine che ha avuto un enorme potere nella storia e in tutto il mondo, dentro e fuori la Chiesa. I gesuiti sono stati gli uomini che hanno difeso la concezione clericale del mondo, che l’hanno diffusa tra le classi dominanti. Monti, per fare un esempio, ha studiato in un liceo dei gesuiti. In passato in ogni corte, un vescovo, un prete, un cardinale gesuita agiva come consigliere o maestro. A questo ordine apparteneva il cardinale Bellarmino, colui che istituì il processo contro Galileo e mandò al rogo Giordano Bruno. Lui ideò e mise su carta un nuovo modello di governo, quello indiretto: l’idea serviva a conservare il potere nel processo per cui i signori feudali progressivamente sarebbero stati sostituiti da regimi borghesi (la borghesia si imponeva progressivamente come nuova classe dominante, in contrasto con aristocratici e preti), dove chi governava doveva essere eletto, e infine oggi, almeno formalmente, scelto dal popolo. Questo è il metodo con cui ancora oggi il Vaticano interviene nelle questioni politiche principalmente a livello nazionale, e in Italia, base del suo potere, domina. Non ci stupiamo allora se vediamo Bergoglio in una foto degli anni '70 stringere la mano a personaggi come Videla, capo di uno dei regimi più brutali e fascisti della storia, responsabile dello sterminio di centinaia di migliaia di giovani argentini. 
Non ci stupiamo allora se vediamo Bergoglio elogiare i provvedimenti del governo, la sua “celerità” nel muoversi sul piano delle riforme, auspicando una rapida ripresa dell'economia, e invitando le persone a pregare per la buona sorte. 
Ebbene alla luce di tutto ciò oggi il nostro Partito non vuole promuovere un'astratta battaglia anticlericale, ma poniamo la questione sul terreno politico riconoscendo al Vaticano il ruolo che ha: è il primo nemico delle masse popolari del nostro Paese, è chi per primo finanzia con la sua banca e le sue azioni in Barletta e Finmeccanica le guerre in Libia, Palestina, Siria e Ucraina, è il peggior cancro da combattere che ha reso storicamente il nostro Paese “anomalo”, ha favorito il parassitismo della borghesia e l'arretramento intellettuale e morale, è il maggiore freno allo sviluppo del nostro paese. 

Se vogliamo volgere lo sguardo sul nostro territorio, semplice è il collegamento tra Partito di governo, curia e MPS. Tra le tre, la seconda dirige sia l'aspetto politico tramite il PD che quello economico attraverso la Banca. 
Non è un caso se le Sentinelle in Piedi (il cui grido di battaglia è “sposati e sii sottomessa”, organo reazionario diretto dalla chiesa) battono tanto su Siena, e che il sindaco Valentini nonostante le dimostrazioni di intenti non abbia ancora mosso dito contro di loro. Si è presentato qui e li a metterci la faccia, ma di concreto ancora nulla. Altra questione importante, sono i tavoli per le questioni di genere e le unioni civili: è un caso che siano arenati? Se poi ragioniamo sul fatto che l'attuale sindaco sia un renziano, abbiamo una idea forse più chiara delle risposte che dobbiamo darci.
Ma uno sguardo attento sulla curia, ci fa riflettere su tante cose. I personaggi di rilievo sono ovviamente il Vescovo, monsignore Buoncristiani, e il fedelissimo economo di curia don Giuseppe Acampa. Tralasciando che il secondo sia il figlio di Antonio, ex capo dell'ispettorato finanziario all'interno della banca MPS, scopriamo come pochi anni fa siano stati entrambi indagati dalla magistratura per estorsione, per un incendio doloso alla curia che avrebbe arso documenti relativi alle trattative economiche e finanziarie del vescovato senese, ma prontamente prosciolti. Ma chi furono i paladini difensori di queste sante persone? Niente poco di meno che Mancini, Mussari e De Martino, quelli che pochissimi anni dopo vennero messi a dirigere la MPS insieme a Baldassarri e Co. E quando nel 2013 scoppiò il caso della “banda del 5%” appoggiata da sempre dall'ex capo all'ispettorato sulle manovre finanziare, dottor Acampa, il nostro vescovo dichiara pubblicamente che “in tempo di crisi bisogna essere uniti, e che se anche MPS non elargirà più denaro per questa città, non è il momento di fare processi ad alcuno”. E magicamente la pena inflitta dai tribunali fu talmente breve che si può dire che nemmeno siano entrati in galera. 

Questi sono solo alcuni esempi e credo che con una ricerca più approfondita si possa scoprire molto di più. Obiettivo dell'iniziativa promossa è stato anche cercare di capire, dibattendo, sui legami che la chiesa ha in questo territorio, le connivenze, gli interessi ecc. Capire questo ci da l'analisi concreta di chi  oggi è il primo nemico da combattere. 
Un nemico che non è tanto forte quanto può sembrare: il Vaticano con Bergoglio cerca di pulirsi la faccia, e segno di debolezza è l'anticipazione di ben dieci anni della canonica vendita delle indulgenze, clericalmente chiamato giubileo. Cercano con ogni mezzo di tenere buone le masse popolari, lontane dalla lotta di classe. 
Dobbiamo cominciare da subito togliendo alla chiesa agibilità in ogni campo, prendendo il potere politico, decisionale, su ogni aspetto della società: è necessario oggi costituire organismi operai e organismi popolari che da subito mettono in campo misure d'emergenza per rimediare agli effetti della crisi, occuparsi di ciò che il Vaticano con i suoi vari partiti di Governo non fa come garantire la riapertura delle aziende, evitare la chiusura di quelle in crisi; organizzarsi e mobilitarsi per cominciare a decidere del futuro del territorio e del paese in cui viviamo, per costituire un Governo di Emergenza che spazzi via il PD, partito del Vaticano, e metta in campo le misure necessarie per garantire a tutti un lavoro utile e dignitoso. Un governo che espropri al Vaticano le risorse necessarie per ricostruire il Paese, che gli sottragga le decine di migliaia di immobili sfitti per renderli ai senza casa, ad esempio, o che li esautori dal decidere nella pubblica amministrazione e nella sanità, che metta alla gogna tutti quei prelati che gestiscono affari con la criminalità organizzata, che indaghi sulla diffusione della pedofilia tra i funzionari della Chiesa, che la denunci e la condanni. E' possibile farlo e solo costruendo di un governo che faccia i nostri interessi avremo la possibilità di vedere attuate misure come le unioni civili e omosessuali, il diritto ad una maternità libera e consapevole, una sanità gratuita a tutti i livelli e di qualità, un istruzione laica. 

Solo lavorando alla costruzione di un governo tale, possiamo spazzare via al tempo stesso un potere feudale e retrivo come quello vaticano e la borghesia parassitaria, per mettere al centro gli interessi delle masse popolari, che porti queste a mobilitarsi e fare scuola di autogoverno, che apra la strada e contribuisca alla costruzione del socialismo nel nostro Paese.